Quando il pandoro parla la lingua del burro e della memoria

Ci sono dolci che non hanno bisogno di canditi, glassa o mandorle per farsi ricordare.
Il pandoro è uno di questi. Nel nostro laboratorio, il pandoro nasce da lievito madre, uova, burro e tempo.
Tanto tempo. Quello che serve perché l’impasto diventi leggero, umido, profumato, capace di riempire una stanza solo con il suo respiro di latte e vaniglia.
Quest’anno quel profumo ha viaggiato un po’ più lontano del solito: è arrivato fino al panel di degustazione di Dissapore, che ci ha inseriti al 5° posto nella classifica dei 10 migliori pandori artigianali del 2025 in Italia.

“Non esistono premi senza impasti che hanno saputo attendere.”

Cosa ha visto Dissapore nel nostro pandoro

Il pandoro, dicono giustamente, è un lievitato che non concede scorciatoie: niente fronzoli, solo profumo e consistenza.

Nel loro racconto, il nostro pandoro The Rag viene descritto come un dolce in cui il burro è protagonista, con sentori pieni di crema e latte, capace di regalare una mollica scioglievole e piacevolmente umida all’interno. Sul finale, una vaniglia profumata di fiori e frutta tiene in equilibrio l’opulenza della materia grassa. Non solo buono, ma anche “molto bello da vedere”, dicono.

Per noi è esattamente questo: un pandoro che non vuole stupire con effetti speciali, ma con la cura dei dettagli invisibili. La scelta del burro, l’attenzione al lievito madre, le pieghe, i tempi di riposo, la cottura, il raffreddamento lento.

Dietro una fetta che “torna su” quando la schiacci, ci sono notti, prove, errori, appunti e silenzi.

Un riconoscimento che parla di tempo (ancora una volta)

Non è la prima volta che Dissapore incrocia il nostro cammino: prima con il “Miglior Panettone Emergente 2024”, poi con l’ingresso nella Top 25 delle gelaterie d’Italia 2025

Ma, per noi, ogni riconoscimento non è mai un punto di arrivo:

  • è la conferma che la strada della lentezza ha senso, anche quando costa fatica;

  • è il segno che scegliere ingredienti veri, senza scorciatoie, viene percepito, fetta dopo fetta;

  • è un promemoria: il tempo che metti in un impasto si sente, e qualcuno, da qualche parte, lo riconosce.

“Il successo, per noi, è quando chi assaggia sente il tempo che abbiamo dedicato a quel dolce.”

Dietro ogni fetta, una squadra silenziosa

Questo pandoro non è “il pandoro di uno chef”, è il pandoro di una squadra.

C’è chi nutre il lievito madre ogni giorno, chi pesa gli ingredienti, chi controlla le temperature, chi toglie dal forno al minuto giusto, chi confeziona ogni singolo pezzo a mano.
Ci sono i produttori che ci affidano burro, farine, uova, miele.
C’è l’Irpinia, che entra in laboratorio sotto forma di aria, luce, persone.

Il posto che il nostro pandoro ha trovato nella classifica di Dissapore appartiene a tutti loro.

Un invito morbido

Questo premio non cambia il modo in cui impastiamo.
Ci ricorda solo perché abbiamo iniziato.

Continueremo a fare il nostro pandoro come sempre:
800 grammi di leggerezza, profumo di burro e vaniglia, tempo come ingrediente segreto.

Se vorrai assaggiarlo, lo troverai qui, nel nostro laboratorio di Atripalda e nello shop online, pronto a diventare una fetta di Natale che profuma di burro, latte e gratitudine.

Perché, per noi, la dolcezza migliore resta quella che nasce dal pensiero, non dalla fretta.